Negli ultimi anni sono sempre di più le persone che decidono di sottoporsi ad un intervento di protesi d’anca. Del resto, questa operazione, pur essendo invasiva, sta diventando routinaria, grazie anche all’impiego di tecnologie all’avanguardia e rivoluzionarie. Scopriamo tutti i dettagli grazie al prezioso contributo di un esperto del settore, il Dott. Carmine Naccari Carlizzi.
Un intervento routinario, ma da non sottovalutare
La protesi d’anca è un’articolazione artificiale che permette di sostituire del tutto o solo in parte quella naturale, alterata da specifiche patologie o da devastanti traumi. Questo dispositivo medico può essere realizzato in materiali differenti, quali leghe di metallo, ceramica e polietilene. Per quanto riguarda la composizione, è bene sottolineare che si caratterizza per la presenza di uno stelo, di un collo e di una cupola.
Vengono definiti impianti di endoprotesi quelli che permettono di sostituire esclusivamente la parte femorale dell’anca, mentre impianti di protesi totali dell’anca, quelli che determinano anche la sostituzione del bacino. Tuttavia, non bisogna dimenticare che esistono anche protesi di primo impianto, che consentono di risparmiare parte del collo femorale. Esse sono impiegate specialmente per i pazienti giovani.
Molto utilizzate sono le protesi di revisione, che sono utilizzate per sostituire eventuali protesi impiantate in precedenza e che si sono usurate o infettate. Al giorno d’oggi la protesi d’anca, secondo il parere del dott. Carmine Naccari Carlizzi, è un intervento routinario, ma deve essere attuato solo in caso effettiva di necessità, poiché può portare a delle complicanze, anche piuttosto gravi.
L’iter previsto per l’intervento di protesi d’anca
Prima di sottoporsi all’operazione, il paziente deve, non solo essere adeguatamente informato in merito alla propria condizione, ma anche accettare il trattamento proposto, firmando il consenso informato all’intervento chirurgico ed all’emotrasfusione. Inoltre, il chirurgo deve scegliere in maniera accurata la protesi da impiantare, tenendo in considerazione diversi aspetti: l’età, la qualità dell’osso, l’eventuale presenza di osteoporosi e le effettive necessità funzionali del paziente.
La durata dell’intervento dipende dalla tipologia scelta. Di fatto, l’artoprotesi, che comporta la completa sostituzione dell’anca, ha una durata di 1 ora. L’endoprotesi, invece, che prevede solo la sostituzione della parte femorale, si aggira attorno ai 40 minuti. Tuttavia, l’operazione più lunga, poiché estremamente complessa, è quella che favorisce la revisione protesica, che richiede in media circa 2 ore. Nella maggior parte dei casi, l’accesso all’articolazione dell’anca è laterale e avviene attraverso un taglio di circa 12 centimetri.
Il primo passaggio che viene attuato è l’asportazione della capsula articolare. In seguito si procede con la lussazione del collo del femore e con l’asportazione di questo elemento e della testa. Una volta preparata adeguatamente la componente ossea femorale viene impiantato il cotile e poi lo stelo della protesi d’anca. Terminata anche questa operazione si esegue una lastra radiografica intraoperatoria, che permette di controllare l’impianto.
L’importanza del decorso post-operatorio
Per evitare spiacevoli complicanze, ai pazienti che si sottopongono ad un intervento di protesi d’anca viene prescritta una profilassi antitromboembolica con eparina e viene indicato l’uso delle calze elastiche. A partire già dal secondo giorno di convalescenza, il soggetto operato viene fatto sedere sul letto e mobilizzato tramite l’utilizzo di un dispositivo meccanico.
Il carico viene, invece, consentito durante la terza giornata, grazie all’impiego di un carrello deambulatore e, poi, di stampelle o bastoni antibrachiali. Dopo l’eliminazione dei punti, che avviene all’incirca a due settimane di distanza dall’intervento, il paziente viene indirizzato presso una struttura riabilitativa, dove è chiamato ad effettuare esercizi in acqua, in quanto questo elemento assicura un potente effetto analgesico ed anche decontratturante.