La prima mano bionica al mondo è italiana

La prima persona al mondo con una mano bionica è italiana e si chiama Almerina Mascarello, che dal 2016 è soggetto di un esperimento che vedrà il primato italiano nella storia globale. Abbiamo intervistato uno tra i più noti chirurghi della mano e del polso, che ci ha spiegato come funziona questa nuova protesi, il Dott. Ernesto Rulli, chirurgo e ortopedico presso l’AUSL di Ravenna e presso il Policlinico di Abano Terme.

Orgoglio italiano, considerando che la mano bionica di Almerina Mascarello è la prima a livello globale, ad essere uscita da un laboratorio e ad essere stata utilizzata nella vita di tutti i giorni. Sotto la supervisione degli esperti di biorobotica della Scuola Universitaria Sant’Anna di Pisa, la protesi robotica è stata impiantata nel giugno 2016 presso il Policlinico Gemelli di Roma, i cui elettrodi nei muscoli sono stati invece realizzati dall’università tedesca di Friburgo. In realtà la mano bionica era già stata precedentemente realizzata nel 2014 per un uomo danese, ma non era mai uscita dal laboratorio a causa della tecnologia che non lo consentiva e delle dimensioni poco funzionali.

  • Rulli, rispetto al 2014 è cambiato qualcosa in campo protesico per la mano. Inoltre questo cambiamento è tutto Made in Italy.
  • In qualità di ortopedico e chirurgo della mano italiano sono orgogliosissimo dei miei colleghi e dell’eccellenza che vi è in questo paese. Rispetto al 2014, l’intero staff che ha collaborato alla realizzazione della mano bionica, ha fatto sì che questa protesi potesse uscire dal laboratorio, attraverso la creazione di uno zainetto contenente tutto il materiale hi-tech che riesce a trasmettere dei segnali utili, affinché la persona che ha subito una lesione, possa adesso godere del movimento tattile come una persona normodotata.

 

  • Questo episodio rappresenta un’evoluzione importantissima per tutti i pazienti che hanno subito traumi, come nel caso specifico della signora Mascarello, che ha perso la mano a causa di un incidente stradale circa 25 anni fa.
  • E’ un enorme passo avanti, ma purtroppo ancora bisogna lavorare per eliminare anche la parte robotica ingombrante che è lo zainetto. L’obiettivo è restituire alla persona lesa, una mano più normale possibile, nella speranza che possa compiere gesti abituali nella più totale facilità, evitando componenti aggiuntivi come zaini elettronici.

 

  • Come si potrebbe rimediare per eliminare lo zaino elettronico?
  • La vera evoluzione sarebbe riuscire a far muovere la protesi, attraverso gli impulsi del proprio cervello. Ma ancora il passo è lungo, anche se non è detto che ciò non potrà avvenire nuovamente e non è detto non avvenga ancora in Italia. Del resto abbiamo ricercatori e dottori eccellenti.