In era di social media marketing, display advertising, acquisti in programmatic per la pubblicità in televisione è fin troppo facile dimenticare il poter del marketing uno a uno. Eppure rivolgersi direttamente ai clienti desiderati e farlo con comunicazioni mirate, su misura, capaci di interpretarne bisogni e desideri può rivelarsi ancora la via più veloce per ottenere risultati concreti e in grado di massimizzare il famoso ritorno sull’investimento. Per i giovani marketer che hanno poca familiarità con il mondo prima della pubblicità digitale o per i piccoli imprenditori sconfortati all’idea di non avere grossi budget da investire in campagne digital, ecco allora tre forme di marketing diretto e analogico tanto inaspettate quanto funzionali per promuovere il proprio brand.
Tre forme di marketing diretto efficaci (e inaspettate)
Le fiere, gli eventi di settore, gli stand nei negozi e negli store della stessa filiera. Se c’è una cosa che gli addetti ai lavori non hanno mancato di notare in questi anni è, infatti, il ritorno alle relazioni human to human: il migliore investimento di marketing non è, cioè, necessariamente quello che soddisfa metriche e analitiche delle diverse piattaforme o che si adatta al meglio alle necessità dell’automazione, ma quello che rimette al centro le persone con i propri interessi, i propri gusti, le proprie caratteristiche uniche e inimitabili. Non stupisce, così, che tra le forme di marketing diretto da riscoprire ci sia quello operato da venditori in carne e ossa in contesti e occasioni selezionati, nell’ambito dei quali sia più facile incontrare i propri potenziali clienti. Una fiera sposi potrebbe essere l’ideale così, per esempio, per promuovere un nuovo finanziamento per giovani senza garanzie e che la finanziaria in questione lo faccia grazie a un venditore formato, che conosce a menadito tutte le alternative migliori per giovani alla ricerca di una maggiore stabilità economica sulla base della quale costruire la propria famiglia e che è fisicamente presente a rispondere a qualsiasi dubbio o perplessità aumenta le possibilità – e la velocità – di giungere a lead concreti, come un contratto per un finanziamento chiuso. Naturalmente per la buona riuscita di questo tipo di marketing diretto il carisma, l’intuito, l’empatia del venditore sono essenziali e potrebbero richiedere all’azienda un buon investimento in formazione dell’ultimo (a meno di non esternalizzare, come accade spesso, ad agenzie e figure esterne), che si somma a quello per la scelta del contesto e dell’occasione giusta in cui fare marketing diretto.
Decisamente meno dispendiosa e meno a rischio è, invece, un’altra delle forme di marketing diretto a cui non è detto ormai si pensi comunemente: il merchandise. Ai gadget per aziende si tende a ricorrere soprattutto come strenna natalizia o come regalo da fare a partner aziendali e clienti più affezionati in caso di ricorrenze ed eventi speciali. Eppure l’aiuto che penne con impresso il proprio logo, tazze personalizzate, pendrive brandizzate possono dare nel promuovere la propria azienda è davvero consistente. Basti pensare che chi riceve inaspettatamente un gadget aziendale si sente gratificato, anche indipendentemente dal valore economico dello stesso. Se con un po’ di budget in più si riesce a far in modo che il gadget sia personalizzato, e cioè riporti per esempio il nome o un soprannome o un simbolo a cui il cliente è particolarmente legato, alla gratificazione si accompagnerà la sensazione di un rapporto intimo e personale con l’azienda in questione e quella di essere coccolati da quest’ultima. In entrambi i casi ne risulta migliorato il ricordo di brand e, a valle, maggiore la probabilità che si scelga di fare nuovamente acquisti dall’azienda in questione. Il tutto senza contare che se è il gadget non è di quelli che finiscono dimenticati in un cassetto della scrivania o – peggio – buttati direttamente nel secchio dell’immondizia, questa forma di marketing diretto aiuta ad aumentare l’esposizione al messaggio di brand: meglio scegliere, per questo, come gadget oggetti di uso comune come tazze e portachiavi per esempio. A seconda della natura del proprio business anche puntare sull’esclusività, e cioè su gadget costosi e di lusso, può aiutare a fidelizzare il cliente e allungarne il famoso lifetime value, ossia la probabilità che resti legato al brand per l’intero corso della propria vita di consumatore.
Ultima ma non ultima, tra le forme di marketing diretto da riscoprire in tempi di forte distrazione del consumatore da un gran numero di messaggi concorrenti tra di loro, è l’invio di campioni omaggio o oggetti in prova. A volte si può ovviare alle complicazioni logistiche che ciò comporta con l’offrire codici sconto riservati e farlo anche attraverso i propri canali social o sfruttando come intermediari influencer, testimonial e ambasciatori del proprio brand. Il sampling risulterà, comunque, tanto più efficace quanto si conosceranno i gusti e le abitudini di acquisto del singolo consumatore: una buona idea potrebbe essere, in questo senso, sfruttare a proprio vantaggio la grande mole di dati che vengono da ordini e acquisti passati.